venerdì 15 gennaio 2010

Capitolo II

Il cadavere 

La corrente elettrica non era ancora ritornata; nonostante fosse venuto il cameriere ad assicurare ai turisti che era cosa da niente, gli ospiti si stavano innervosendo. Alcuni pensavano di fare causa all’agenzia che aveva organizzato il viaggio e di chiedere un risarcimento per danni morali. Stefano tra sé pensava “ Che roba! “. Poi udì nuovamente quei passi, gli stessi di prima, ed una sedia che si spostava da terra. Chi era l’uomo che si era alzato? Ma soprattutto: cosa aveva fatto? Però a Stefano tutte queste cose non interessavano: era in vacanza oppure no! In quell’istante, Stefano guardò l’orologio ed esclamò:
“ Caspita, già così tardi? Meglio che vada a riposare.”
“ Vengo anch’io “ disse la ragazza. Insieme si incamminarono verso le stanze. “ Ho notato “ disse Clara “ che l’energia elettrica manca solo da noi. Come mai? “.
“ Non so “ rispose Stefano “ forse ci sarà un guasto “. Stefano si fermò. Poi riprese: “ Lei è arrivata. Dorme sola? “
“ Si, si “ si affrettò a dire.
“ Allora buona notte e a domani “.
“ A domani signor Stefano “.
Stefano riprese a camminare: pensava alle domande della giovane, nonché ad andare a dormire. Era molto stanco. Si posò sul letto e il sonno fu istantaneo. Il tempo si era fatto brutto: iniziò a piovere e a tuonare; i lampi cadevano dal cielo, ma lui non si muoveva: dormiva. Un tuono più forte lo svegliò: erano le 2 e tutto sembrava tranquillo. Si affacciò ma non vide niente, solo una puzza di bruciato arrivava al naso di Stefano. Ma lui non vi badò e proseguì il suo pisolino. Si svegliò direttamente la mattina. Scese a colazione e notò che la ragazza non si era ancora svegliata. Dato che erano le 9 pensò che fosse stato giusto andarla a svegliare. Salì e bussò alla porta: nessuna risposta. Spinse la porta, che si aprì facilmente; Stefano non esitò: entrò. Nella porta subito a destra, quella che portava nel bagno, si intravedeva qualcosa. Stefano entrò in quel bagno e un macabro spettacolo si palesò ai suoi occhi: Clara giaceva priva di sensi, in posizione supina sotto il lavandino. Stefano toccò il polso: Clara era morta. Il giovane chiuse la porta e scese giù nella sala, dove tutti stavano aspettando Clara. Stefano, in tono solenne, annunciò:
“ Carissimi, devo comunicarvi che, durante questa notte, Clara Olivo è deceduta. “ Nella sala calò il silenzio più assoluto.
“ Non ci credo; no, non può essere “ fece un turista. “ Non era malata e tutti le volevano bene “
“ Perché lei pensa che sia stata uccisa" fece Stefano
“ Non so “ fece lo stesso esitando.
Nel frattempo Stefano aveva chiamato i camerieri: “Vi sarei grato se, visto ciò che successo, chiamasse i carabinieri. “
“ Va bene “ fece un cameriere “ manderò un mio collega in città “.
“ Perché qui non avete i telefoni? “ fece Stefano
“ Si che ci sono, ma sono stati danneggiati. E poi qui in montagna la copertura dei cellulari è scarsa quanto nulla. Per cui non vedo altra soluzione “.
“ Io ho il cellulare satellitare “ e in quel momento dalle mani del turista cadde l’apparecchio, frantumandosi in mille pezzi. Dura la battuta di Stefano: “ Aveva un cellulare satellitare “. Poi si rivolse ai camerieri: “ Quanto dista la stazione dei carabinieri più vicina? “
“ Circa 50 Km signore. Da fare a piedi. Le macchine sono state danneggiate: spesso in questo periodo ci sono i vandali. Sa com’è?! “
“ Va bene, cercate di fare presto. Non perdete tempo perché conto su di voi “. Stefano rimase un po’ in silenzio. Pensava, ma solo lui sapeva a cosa.
“ Eppure… stanotte il tempo non era buono, ha tuonato ecc… ma ho sentito un tuono più pesante; secondo me …”
“ Secondo lei…”
“ Niente, niente non si preoccupi. Pensavo a cose mie, ecco. “
Nella sala calò nuovamente il silenzio. Stefano risalì sopra nella sua stanza, si vestì degnamente. Prese anche un bel cappello; poi scese nella sala dove tutti avevano i nervi a crepapelle.
“ Rimarremo qui finchè non arrivino i carabinieri?”
“ Si “ rispose Stefano. “ Non ci muoveremo di qui”.
E poco dopo riprese: “ A carattere puramente informativo, dopo farò delle domande ad ognuno di voi, così, tanto per conoscerci meglio e fare quattro chiacchiere. Ora, però, salgo sopra nella stanza del cadavere: voglio dare un’occhiata “.
Insieme a lui, altri due salirono nella stanza della morta. Quando entrarono trovarono Clara sempre nella stessa posizione: supina ad occhi aperti, sotto il lavandino.

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