Oggi voglio raccontarvi una storia che ha come protagonista un bambino con grandi capacità. Si chiamava Alberto, ma tutti lo chiamavano Beppe. Era un bambino normale, allegro, solare ma, poveretto, soffriva di una malattia. I genitori erano tristi, era una brutta malattia che avrebbe potuto portarlo via da loro. Forse anche lui sapeva a cosa andava incontro, fatto sta che la sua allegria non fu mai deturpata.
Vista la malattia, spesso era costretto a ricoveri negli ospedali per curarsi e per continuare le diagnosi. Ma in uno dei tanti ricoveri il medico chiamò i genitori. Lasciarono Alberto per recarsi nello studio del dottore: il suo aspetto era tutt'altro che rincuorante.
<<Dottore, c'è qualcosa che non va?>> chiese la mamma
<<In verità>> fece il dottore <<Qui c'è tutto che non va. Signori, io non so come dirvelo>>
<<Si tratta di Alberto vero?>> disse la mamma ormai in preda alla disperazione. Il medico annuì: la madre scoppiò in lacrime.
<<Mi dispiace>> fu il suo commento. E detto questo il dottore uscì fuori lasciando i due genitori al loro dolore. La mamma era disperata e nel pianto pensò: <<Dov'è Dio? Un Padre buono, che vuole solo il bene? Intanto si sta prendendo mio figlio!!! Era meglio forse che non esistesse...>>.
Decise di internare il suo dolore per rimanere ancora un po' con il figlioletto che tanto amava e che tanto aveva voluto ma che, ora, se ne stava andando. Entrò nella stanza cercando di essere allegra e fece un sorriso al suo Alberto. Ma lui capì che c'era qualcosa che non andava. Riuscì a leggere nel cuore della mamma. E mentre si sedette le domandò:
<<Mamma, cosa c'è?>>
<<Niente>> rispose
<<Mamma. Mamma, di' la verità, hai parlato con il dottore. Cosa ti ha detto!?>>
<<Niente, solo che devi fare qualche cura...>>
<<Ferma!>> la interruppe il figlio <<Io voglio sapere la verità. Io ho capito, il dottore ha detto che sto per andarmene, vero?>>
La mamma non riuscì a trattenere e abbracciò il figlioletto. Notò che sul suo viso non era sceso il terrore delle tenebre ma il suo sorriso era sempre più rincuorante, tanto che la mamma si stupì e gli chiese:
<<Ma non hai paura?>>
<<Perché dovrei averne? >> E indicò la borsa chiusa, nell'armadietto.
<<Ti occorre qualche cosa? >> chiese la mamma non capendo il significato del gesto.
<<No. Volevo dirti che la borsa è pronta e quindi sono pronto per il mio viaggio>>
In uno di quei giorni Alberto uscì dalla stanza e volle andare a visitare un po' l'ospedale. Arrivò nel reparto maternità. Una donna le chiese:
<<Cosa fai qui piccolo?>>
Lui rispose: <<Qui arriva la posta, la posta di Dio. E i Suoi pacchi siamo noi. Ma poi il pacco deve ritornare al mittente. E può ritornarvi in qualunque momento>>. La donna gli sorrise dicendogli:
<<Sei molto saggio piccolo, ricordati di queste parole perché potranno salvarti in futuro>>. Alberto sorrise e si congedò. Continuò il suo percorso e vide una giovane ragazza.
<<Cosa fai qui?>>
<<Sei un po' piccolo per spiegartelo. Vedi io devo fare un aborto>>
<<Come mai?>>
Ma la ragazza non rispose. Tra i due, comunque, nacque una solida amicizia. Ma come per tutti, ecco che arrivò il momento di staccare il biglietto e di partire. Erano giorni che le sue condizioni erano peggiorate. Affianco a lui i genitori e quella ragazza che era ancora in lista per l'operazione.
<<È giunta l'ora di partire. Il biglietto è pronto>>
La madre piangeva e anche dagli occhi di quella ragazza scesero delle lacrime. Poi disse:
<<Mamma, non devi dire più che Dio fa del male. Vedi in ogni suo gesto c'è un progetto. Se devo partire vorrà dire che avrò da fare qualcosa lì. Tutti dovremo partire e si parte quando si è pronti>>
E il tempo trascorreva. Il pianto ininterrotto dei familiari si sentiva in tutto il corridoio.
<<Perché piangete?>>
I genitori, i parenti, i dottori zittirono di colpo. Si stupirono di quella frase. Ma lui disse:
<<Ricordate quando io nacqui? Tutti voi eravate in festa per la mia nascita: io solo piangevo. Ma ora io sono felice: perché piangere?>>
La mamma gli diede un bacio. E pochi minuti dopo spirò. In cielo ci fu una grande festa, gli angeli cantavano e Maria, la mamma di tutti, gli conferì una particolare onorificenza.
Invece sulla Terra, sappiamo solo che quella ragazza partorì un bel bambino che chiamò Alberto, e anche lei visse con i genitori di quel bimbo che dal cielo si prendeva cura di loro.
Alfonso Piscitelli
Santa Maria a Vico
04 Aprile 2008
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